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Tutto ciò che hai sempre voluto sapere sul Web3

6 Luglio 2022
- Di
Viola
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Tempo di lettura: 3 minuti

WEB3 BLOCKCHAIN - Viviamo in un momento storico che ha visto la tecnologia esistente da decenni crescere repentinamente. La pandemia e le conseguenze che ha portato hanno accelerato a dismisura lo studio e l’attenzione posti su alcune tecnologie altamente innovative. Queste saranno alla base di tutto il mercato tecnologico nel tempo a venire. Una tra tutti è la blockchain, struttura sotto forma di catena a blocchi che permette di effettuare numerose operazioni e che si sta integrando ad altre avveniristiche tecnologie, come il web3. 

Entriamo nel dettaglio della blockchain per meglio comprendere il funzionamento del web3 

Come abbiamo accennato la blockchain è registro digitale le cui voci sono raggruppate in "blocchi", concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall'uso della crittografia. Fa parte del grande pool delle “Distributed Ledger Technology (DLT), ovvero sistemi alla cui base ci sono registri distribuiti che permettono di effettuare diverse operazioni attraverso tutti i nodi della rete. 

Le principali caratteristiche della blockchain sono 7:

  • digitalizzazione
  • decentralizzazione 
  • tracciabilità dei trasferimenti 
  • disintermediazione
  • trasparenza e verificabilità
  • immutabilità del registro 
  • programmabilità dei trasferimenti 

La blockchain è una tecnologia molto versatile che permette di essere impiegata in numerosi settori, dalle criptovalute, alla moda, dal settore agroalimentare alla finanza e molto altro. Non è esagerato affermare che praticamente ogni settore che ci può venire in mente ha modo di far uso della blockchain. L’impiego che interessa a noi in questo approfondimento riguarda la sua applicazione al web3. 

Alla scoperta del Web3

Il web3 o web semantico è l’evoluzione della rete che usiamo tutti i giorni da alcuni decenni per navigare. Il Web3 è un’idea per una nuova iterazione del World Wide Web basata sulla tecnologia blockchain, che incorpora concetti come decentralizzazione e economia basata sui token.

Alcuni tecnici e giornalisti lo hanno messo a confronto con il Web 2.0 e affermano che la maggiore differenza sta nella massima libertà d’uso che il web3 offre. Viene meno infatti la possibilità di controllo da parte delle cosiddette big tech e più in generale abolisce il pericolo di censura. Come? Attraverso l’utilizzo della blockchain. 

Ogni contenuto inserito nel web, da una identità, a un sito web o qualunque altra cosa faccia il suo accesso in rete sarà automaticamente gestito all’interno di un blocco della blockchain. Tale tecnologia verrà a sua volta ospitata all’interno di “wallet” personali accessibili solo tramite chiavi di sicurezza apposite, che rendono impenetrabili e inaccessibili i dati che vi sono stati inseriti. Questo fa sì che solo il proprietario dell’informazione - e in certi casi neppure lui - è in grado di accedervi e di apportare modifiche o eliminarlo.  

Contestualizzare i web3

La caratteristica principale e che più affascina del web 3 è la decentralizzazione. Un concetto non estraneo alla rete e che involontariamente era già presente nelle prima versione del web mai stata online e ideata da Tim Berners-Lee. Il fisico, ex impiegato del CERN di Ginevra, nei primi anni 90 dette vita al HTML - HyperText Markup Language - un  linguaggio semi strutturato utile per consentire la visualizzazione di contenuti multimediali in rete. La versione semplificata con pagine raggiungibili tra di loro attraverso l’uso di link portò poi allo sviluppo dei browser e di tutte le altre tecnologie che conosciamo oggi e che implicitamente usiamo ogni volta che navighiamo sul web

L’introduzione della tecnologia HTML e la possibilità di inserire informazioni multimediali nella rete portò una forte decentralizzazione nella diffusione e fruizione delle informazioni. Agli albori del web esistevano solo due figure: chi inseriva i contenuti e chi ne usufruiva. Non esistevano garanti della privacy, ma soprattutto non erano ancora presenti le “big tech”, i grandi colossi come Meta, Google e Amazon. Queste aziende sono i detentori della maggior parte delle pubblicità presenti in rete e dei dati che noi inseriamo per creare i nostri account sulle varie piattaforme. Si è venuta a creare nel tempo una insoddisfazione generale nei confronti del trattamento che viene riservato sul web e questo ha riportato al centro delle discussione l’idea di una progressiva decentralizzazione che sia a favore dell’utente. 

La decentralizzazione del web3 

Il web3 naviga verso una totale decentralizzazione della rete che tende a far sì che l’utente possa essere in grado di riappropriarsi delle proprie informazioni e dati inseriti in rete. Questo verrebbe garantito - come abbiamo visto - dall’utilizzo della blockchain. Da ciò si potrebbe però ricavare anche del profitto grazie all’integrazione dell’economia basata sui token. Con l’utilizzo degli NFT o delle criptovalute, infatti, si va incontro anche ad una decentralizzazione della monetizzazione, che non passerebbe più da enti regolatori. 

Può sembrare un obiettivo degno del miglior filosofo utopista mai conosciuto. Sono ancora molti i nodi da sciogliere per raggiungere il traguardo di un web totalmente slegato dai servizi pubblicitari, sottoscrizioni e abbonamenti. Una rete dove i protagonisti sono gli utenti e i dati da loro e solo loro raccolti, analizzati e integrati. Ma lo sviluppo che i tecnici del settore stanno apportando alla blockchain e a tutte le altre DLT avrà sicuramente un impatto sul nostro modo di navigare la rete in futuro. 

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