GREEN BOND - L’attenzione verso tutto ciò che è verde e sostenibile è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni. Non c’è un solo settore al mondo che non stia cercando di fare passi avanti i verso un futuro più ecosostenibile. Anche il mondo della finanza e degli investimenti è sempre più incentrato verso la rivoluzione verde e numerose sono le soluzioni adottate. Tra queste ce n'è’ una che ha mosso i primi passi nel 2007, ma solo recentemente ha cominciato ad essere presa sul serio: i green bond.
I green bond non hanno nulla di diverso dalle altre obbligazioni, se non che sono rivolte a progetti dedicati esclusivamente alla salvaguardia del pianeta. Per esempio si parla di finanziare tutto ciò che coinvolge ricerca e sviluppo di fonti di energia rinnovabile, efficienza energetica e prevenzione e controllo dell’inquinamento. Negli ultimi anni l’emissione di titoli verdi ha avuto una forte crescita, in risposta all’aumento della domanda.Gli investitori infatti sembrano strizzare l’occhio a questo tipo di emissioni, dal momento che in futuro non vi si dovranno pagare premi.
Ancora non è stato definito uno standard globale che indichi univocamente un bond green, però ci sono quattro principi dettati dall’International Capital Market Association (ICMA). Secondo queste linee al momento dell’emissione dei del titolo si deve esprimere chiaramente dove andranno i proventi. I progetti che verranno finanziati dovranno essere scelti meticolosamente e rientrare nelle categorie green. Dovrà essere garantita la trasparenza nell’utilizzo del denaro e l’investitore avrà periodicamente la possibilità di consultare un report di aggiornamento con tutte le notizie riguardo alla gestione del progetto e dei proventi.
Nel corso di marzo 2021 anche in Italia è stato emesso il primo green bond. Con queste obbligazioni verranno rifinanziate spese effettuate nel biennio 2018/2020 e finanziati nuovi progetti per il 2021 fino ad un massimo di 35 miliardi. Il mef, insieme ad una commissione creata per l’occasione hanno stabilito quali saranno i progetti da finanziare. Davide Iacovoni, capo della direzione del debito pubblico al ministero dell’Economia ha affermato:
“L’Italia finanzierà le spese statali destinate a contribuire alla realizzazione di uno o più fra i seguenti obiettivi ambientali – si legge nel documento –, come delineati dalla tassonomia europea delle attività sostenibili:
Da segnalare, hanno sottolineato i tecnici del Mef, che il superbonus del 110% non finirà sotto il cappello del BTp green ma del Next Generation Eu.”
l Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato i dettagli dell’emissione della prima tranche del BTP Green, la cui scadenza è fissata per il 30 aprile 2045. Hanno partecipato all’operazione circa 530 investitori per una domanda complessiva di oltre 80 miliardi di euro, raggiungendo il record di richieste nelle emissioni inaugurali di Green Bond sovrani in Europa. Rilevante è stata la partecipazione di investitori ESG (Environmental, Social and Governance) che hanno sottoscritto oltre la metà del collocamento.
Complessivamente ai fund manager è stato allocato il 53,1% del collocamento, mentre le banche ne hanno sottoscritto il 18,5%. Si è registrata anche un’elevata partecipazione degli investitori con un orizzonte d'investimento di lungo periodo. La distribuzione geografica del titolo è stata estremamente diversificata, con una partecipazione che ha visto il coinvolgimento di oltre 40 paesi: gli investitori esteri si sono aggiudicati circa il 73,7% dell’emissione, mentre gli investitori domestici ne hanno sottoscritto il 26,3%.
I green bond non sono gli unici titoli con un impatto importante per la società. Infatti da alcuni anni hanno preso piede anche i social bond, ovvero le emissioni rivolte allo sviluppo sociale. queste due categorie di obbligazioni hanno trovato un punto di incontro nei sustainable bond, che non sono altro che un mix degli altri due. I green, social e sustainable bond trovano ispirazione per i progetti da finanziare dall’Agenda2030 dell’Onu e ei 17 goals. Per le nazioni c’è l’obbligo di rispettare questi obiettivi, ma non per forza tutti. Ill Mef e il comitato interministeriale ne hanno selezionati sette.
Viola Meacci frequenta il corso di studi di Ingegneria Biomedica presso l’Università di Pisa. Le sue capacità organizzative le permettono di gestire un nutrito gruppo di autori. Editrice, Account Manager e User Interface & SEO sono alcune delle sue mansioni attualmente.