Tutte le strade portano al Metaverso

Tempo di lettura: 3 minuti

ROSSANO TIEZZI METAVERSO - Ma possibile che la parola metaverso sia usata da molti indistintamente senza una vera alfabetizzazione sul tema e senza definire a cosa ci si riferisce? Qualche giorno fa ho sentito parlare di metaverso anche in riferimento ad elettrodomestici di ultima generazione. Non sembra anche a voi che questa parola sia ultimamente molto abusata? Sicuramente da quando Mark Zuckerberg ne ha fatto la nuova rivoluzione verso la quale andrà tutto il mondo social e in generale tutto il mondo del web e soprattutto dopo aver rinominato tutto l’impero con la parola “Meta”.
Io stesso da una decina di anni ho scelto, con la mia azienda, di esplorare le infinite possibilità della realtà immersiva, comprendendo alla fine che stavo lavorando già a quello che sarebbe diventato Metaverso. Uno spazio virtuale cioè che si completa con la realtà fisica diventandone una naturale continuazione.

Facciamo chiarezza: cosa si intende per metaverso?

In questo mare magnum di metaversi, o dove almeno tutto ciò che è ambientazione virtuale viene facilmente etichettato come metaverso, è fondamentale saper distinguere tra ciò che è semplicemente realtà aumentata o ambientazione 3D da ciò che è realmente un Metaverso. Siamo completamenti immersi nel digitale, potremmo dire che ogni nostra azione quotidiana ha una sua proiezione virtuale. Ma questo non è metaverso.
Metaverso significa una possibilità di interazione attraverso i canali della blockchain e delle criptovalute. Significa interagire con una potenzialità infinita con tutti i players che stanno nel mondo virtuale, instaurando rapporti tracciabili, scalabili e in grado di produrre risultati specifici nell’economia reale. Nel metaverso tutto è impostato per essere allo stesso tempo autosufficiente e collegato al reale.

Il Metaverso è sicuramente uno strumento digitale, ma diversamente dagli altri strumenti digitali è in grado di creare una realtà a sé stante che tra poco riuscirà a viaggiare in parallelo con la vita reale. Il concetto di metaverso si amplia ulteriormente con la possibilità, legata anche alla blockchain, di fruire di un bene digitale all’interno della realtà digitale e ad uso esclusivo della realtà digitale. Questo da un lato ci permette una nuova visione, dall’altro ha un impatto poderoso sulle scelte economiche, come accennavo poco fa.

In definitiva la nuova economia digitale è ciò che distingue il metaverso da tutte le altre produzioni virtuali e immersive. Una economia nuova a cui dovremmo dare una regolamentazione omogena e che però ha anche un alto grado di democraticità e di uguaglianza sociale. Una tale economia può davvero essere un punto da cui ripartire da zero, dalla quale tutti possiamo prendere economicamente parte grazie alle criptovalute. Che cosa unisce questi due mondi, apparentemente. In altre parole la cosiddetta “tecnologia del registro” ci offre la possibilità di acquistare un accessorio certificato tramite NFT su piattaforme specializzate per poi usarlo nel metaverso. Questo oggetto, questo documento o la stessa relazione con un’altra persona avranno una completa e integrale capacità di essere riprodotti e dimostrati in maniera trasparente.

Ma possibile che... Metaverso per fare business

Il metaverso è potenzialmente lo strumento più potente per fare business. Questo perché la potenzialità di cui si parla meno spesso nel metaverso è niente di meno che la verità e l’unicità degli NFT che in esso vengono prodotti. Può sembrare assurdo, ma in fondo questo è il senso stesso di questa rubrica, cercare di superare la retorica e immaginare ragionamenti a volte paradossali. Se ci pensiamo bene, nel metaverso e grazie agli NFT possiamo accedere ad un contenuto non manipolabile e per questo che ci assicura una verità oggettiva.

Come ha scritto su Repubblica il giornalista Andrea Daniele Signorelli: “Per capire di che cosa si tratta, si può pensare alla possibilità di esporre opere digitali in una galleria d’arte del metaverso o di acquistare accessori unici, magari un paio di scarpe a tiratura limitatissima, per personalizzare il nostro avatar. Grazie agli NFT basati su blockchain, è possibile dimostrare in qualunque momento di essere i legittimi proprietari di questi beni digitali di valore, portandoli inoltre con noi attraverso le varie piattaforme cui partecipiamo”.

In conclusione, non ci possiamo fare nulla. Non possiamo fermare il fenomeno sociale dell’attenzione sul metaverso. Fondamentale però è la consapevolezza e la regolamentazione che tra addetti ai lavori deve essere un patto non scritto ma vigente per lavorare in modo etico.

Insomma qualunque sia la via che state percorrendo in questo momento, siete sicuri di non essere già sulla strada del metaverso? E se si, affidatevi a chi ne sa dare una reale definizione.

LEGGI ANCHE ---> Smart Working: Ma possibile che non se ne comprendano le reali potenzialità?

Ma possibile che ancora il design del vero made in Italy non sia entrato nel Metaverso?

Tempo di lettura: 2 minuti

ROSSANO TIEZZI BELLEZZA METAVERSO - Ma possibile che ancora il design del vero made in Italy non sia entrato nel metaverso? Mi sono chiesto questo quando ho conosciuto Fabio Rotella nel suo studio a Milano. E allora abbiamo deciso con passione e con slancio che avremmo fatto noi questo grande primo passo. Unire la creatività di un grande architetto italiano e del suo team alle conoscenze tecniche del 3D di grandi sviluppatori professionisti. Da alcune settimane le nostre due aziende lavorano fianco a fianco per riprodurre nella realtà immersiva i disegni avveniristici dell’architettura pensata dall’esperienza del saper fare italiano.

La Bellezza del Metaverso

Ma cosa significa davvero far entrare la bellezza nel metaverso? Significa prima di tutto rendere gli ambienti che viviamo con i nostri avatar luoghi confortevoli ed esteticamente appaganti. Arredi di design, accessori, pavimenti di lusso e una vasta gamma cromatica. Niente è impossibile quando si progettano spazi virtuali. Ed è proprio qui che il punto di vista di un architetto può rendere quegli spazi vivi e pronti ad un’esperienza quanto più simile alla vita reale.

Un po’ come le auto che abbiamo imparato a rendere salotti mobili proprio perché al loro interno passiamo molto tempo della giornata, così anche il metaverso - che sarà una dimensione in cui trascorreremo parte del tempo lavorativo e anche del tempo libero nei prossimi anni - deve essere accogliente e rilassante.

Oltre a questo c’è poi tutto un business nel business da scoprire. Mentre aiutiamo le aziende a costruire luoghi virtuali di incontro che rispondano perfettamente alle esigenze del prodotto, del cliente e dei dipendenti, stiamo anche inserendo in quegli spazi un arredamento che può diventare esso stesso parte del business che si sviluppa e si evolve all’interno del metaverso. Sto pensando ad esempio ad una sedia o ad un quadro o ad un mobile disegnato solo ed esclusivamente per quello spazio. Tutto questo può diventare un NFT ed entrare nel flusso della blockchain.

La collaborazione stessa tra Advepa e Studio Rotella nasce in modo assolutamente originale ed è legata al mondo degli NFT. Il contratto tra Advepa e Studio Rotella infatti è stata siglato da una stretta di mano tra Tiezzi e Rotella che oggi è già un NFT, un non fungibile token, che ha un valore di contratto a tutti gli effetti e che entrerà nella blockchain.

La bellezza è l’unico criterio che abbiamo per dare vita a qualcosa di durevole. Un’idea per quanto perfetta è niente senza la bellezza.

Un’idea per quanto perfetta è niente senza la bellezza e vale anche per il Metaverso, parola di Rossano Tiezzi

Insomma mentre il metaverso si espande in varie direzioni, il nostro gruppo ha scelto di intraprendere un percorso ben preciso: una via estetica. Accanto allo sviluppo di idee che fanno la differenza per il business attraverso il 3D, vogliamo offrire opportunità di crescita alle aziende, senza rinunciare ad un’esperienza appagante.

«Bellezza e verità sono una cosa. Questo è quanto sappiamo sulla terra e questo è tutto che sapere importa.» Così scriveva John Keats, poeta britannico che incarna i valori e i temi del Romanticismo. La bellezza è l’unico criterio che abbiamo per dare vita a qualcosa di durevole. Un’idea per quanto perfetta è niente senza la bellezza. Che la sorregge, la rende appetibile, desiderabile, la rende qualcosa di unico e di cui tutti vogliono essere parte. La bellezza è entrata nel nostro metaverso e ormai non possiamo più farne a meno.

LEGGI ANCHE ---> Smart Working: Ma possibile che non se ne comprendano le reali potenzialità?

Smart Working: Ma possibile che non se ne comprendano le reali potenzialità?

Tempo di lettura: 2 minuti

SMART WORKING - Da tempo molti professionisti del digitale e della comunicazione hanno compreso il grande fermento a livello internazionale sulla gestione del lavoro da remoto e mettendosi a creare soluzioni per renderlo più efficiente.

Come è possibile non rendersi conto delle potenzialità dello smart working in un momento in cui, anche ma non solo sulla spinta della pandemia, si sono ottimizzate le potenzialità di questo strumento?

Ma possibile che non ci accorgiamo delle potenzialità del 3D? 

Il tema di questo nuovo appuntamento con “Ma Possibile che?” arriva dal dibattito istituzionale in corso anche in Italia sul protocollo per normare lo smart working. Non si deve confondere il lavoro in presenza e il cosiddetto lavoro agile, ma fare una riflessione più profonda.

Dalle grande potenzialità che ci offrono le ambientazioni 3D non dobbiamo cogliere solo l’immediatezza del collegarci con le persone, con i colleghi. La sfida intellettuale è quella di comprendere che alcune attività professionali attraverso lo smart working possono aumentare la produttività, mentre altre no.

Smart working non significa evadere le richieste del proprio datore di lavoro in assenza di contatto umano seduti di fronte al pc di casa propria. Invece proprio individuando le tipologie di attività che si prestano ad essere potenziate attraverso gli eventi virtuali e ibridi saremo in grado di affidare al lavoro da remoto il giusto spazio nel percorso di ogni singola azienda.

In più con esso si assottigliano le differenze e le opportunità di crescita di una multinazionale rispetto ad una piccola o media impresa. E’ il grande messaggio della rivoluzione di internet che porta con sé sempre nuove rivoluzioni: cercare di fornire le medesime opportunità a tutti. In questo caso la multimedialità e la crossmedialità creano ponti laddove sarebbe difficile trovarli, mettendo in collegamento professionisti ed imprenditori per mettere a punto una nuova idea di futuro.

Lo smart working può anche essere un passo verso una vita più felice in cui armonizzare lavoro e tempo libero? 

Uno spunto interessante arriva anche dalle pagine del Corriere della Sera che spiega, dati alla mano, che in Italia quasi il 46% dei lavoratori vorrebbe continuare a svolgere la propria attività in modo agile. Il fattore più significativo è anche che 4 lavoratori su 10 sarebbero pronti a lasciare la vita frenetica delle grandi città per spostarsi in luoghi immersi nella natura e continuare la loro professione da lì. Questo porta alla luce il grande bisogno di un “work-life balance”, che da tempo sacrifichiamo per l’ambizione della carriera. Il tanto agognato equilibrio tra la qualità della vita e la volontà di scalare la piramide aziendale può essere davvero raggiunto. 

Avere strumenti altamente tecnologici che permettano di svolgere il lavoro da remoto al massimo delle potenzialità vorrà dire fornire nuove prospettive di vita per milioni di persone. Questo aspetto sociale non è affatto da sottovalutare.

L’esperienza della mia azienda

Con il mio team aziendale sto lavorando molto sulla realizzazione di uffici virtuali, i cui corridoi potremmo percorrere ognuno con il proprio avatar. Attraverso il confronto con gli altri partecipanti sarà quindi possibile ricevere informazioni sui servizi offerti, sfogliare i cataloghi disponibili, inviare una mail agli uffici, visualizzare video promozionali e presentazioni aziendali. Inoltre si potranno conoscere da vicino le skills professionali di ogni consulente dello studio. Per scegliere a quale professionista affidarsi basta avvicinarsi ad uno schermo e leggere la descrizione.

LEGGI ANCHE ---> Smart working: dall’emergenzialità all’insostituibilità

L’importanza di una corretta sicurezza dati

Tempo di lettura: 2 minutiSICUREZZA DATI - Ma possibile che ancora non si comprenda l'importanza di mettere in sicurezza i nostri dati e quelli aziendali? In realtà è un argomento così importante che la National Cyber Security Alliance (NCSA) e il dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti (DHS) hanno dato vita alla campagna Cyber Security Awareness Month. Ovvero hanno dedicato il mese di ottobre 2021 alla sensibilizzazione degli utenti e delle aziende verso il tema della sicurezza dati personali e delle proprie infrastrutture IT.

L’importanza della sicurezza dati

Sono ormai più di venti anni che si parla di trasformazione digitale, ma oggi siamo nel pieno di questa transizione. Il processo si è poi accelerato con l’arrivo della pandemia, che ha dimostrato quanto sia importante usare a nostro vantaggio la tecnologia ed essere in grado di fornire servizi a distanza attraverso l’utilizzo di essa. In questo contesto storico non possiamo rifiutarci di innovare a chiuderci alle novità, ma dobbiamo allo stesso tempo conoscerne vantaggi e rischi.

Uno dei pericoli maggiori che incorriamo in quest’era di trasformazione digitale riguarda la sicurezza dati, personali e/o aziendali. Quando parlo di sicurezza dati mi riferisco a tutte quelle azioni in grado di salvaguardare i dati digitali da azioni indesiderate compiute da utenti non autorizzati. Queste operazioni possono infatti portare a danni enormi per la nostra persona, ma in particolar modo per il nostro business. Si va da un danno di immagine correlato alla reputazione della nostra azienda per arrivare fino a un danno economico. Uno studio condotto da IBM ha dimostrato che il costo medio di una violazione dei dati si aggira sui 3,92 milioni di dollari. Si tratta di una cifra economica enorme, che comprende vari fattori.

I pericoli per la sicurezza dati 

Quando si pensa alla violazione della sicurezza dei nostri dati spesso si fa riferimento solo ad attacchi esterni dovuti ai criminali informatici. In realtà i pericoli sono dovuti anche all’errore umano e all’utilizzo di una tecnologia informatica inadatta. Questi ultimi fattori hanno assunto un’importanza maggiore dopo la pandemia da Covid-19 e l’incremento dello smart working. Con esso è stato accreciuto anche il quantitativo di dati scambiati e informazioni che ogni giorno vengono condivise con un numero crescente di utenti.

Questi processi non sono affatto semplici visto la qualità del comparto tecnologico a disposizione della maggior parte delle aziende e dei livelli di conformità e privacy a cui i dati sono sottoposti. Per questo è importante investire nella sicurezza dati attraverso l’utilizzo di software integrati che garantiscano la protezione end-to-adeguata. Implementare oggi la tecnologia informatica permette di risparmiare domani in seguito alla perdita dei dati.

Affidarsi agli esperti

Purtroppo non esiste la certezza matematica di evitare eventuali attacchi informatici o che per errore venga inviato materiale sensibile al soggetto sbagliato, però si possono mettere in atto soluzioni per evitarlo. Troppo spesso si interviene per riparere i danni, ma in questo caso è necessario prevenirli. Per questo sul mercato sono presenti professionisti di cyber security in grado di fornire l’assistenza più sofisticata e adatta alle nostre esigenze.

L’importante, per noi, è affidarci alle persone giuste, che rispettano standard aziendali alti e la cui esperienza è dimostrata da anni di attività nel settore. Troppo spesso infatti si verificano casi di aziende che cavalcando l’onda della necessità si spacciano per professionisti acclamati, ma in realtà fino a ieri si occupavano di tutt’altro. Scegliere la giusta azienda di cyber security è il primo passo per mettere in sicurezza i nostri dati.

Per saperne di più sul Cyber Security Awareness Month

Il metaverso non sostituirà la vita vera

Tempo di lettura: 4 minutiMETAVERSO - Ma possibile che non si capisca che la realtà virtuale non sostituirà la vita vera? Il Metaverso riproduce tutto ciò che è presente nella vita reale ma non lo esclude, anzi lo rende più accessibile.

L’origine del Metaverso

Nel mondo dei social e della tecnologia in generale un argomento molto attuale e caldo è quello del “Metaverso”. Si tratta di un progetto che Mark Zuckerberg vuole realizzare nell’immediato futuro, ma un concetto che esiste nella nostra cultura già dai primi anni novanta.

La paternità del termine metaverso è infatti attribuita a Neal Stephenson, che usa questo vocabolo nel suo romanzo fantascientifico Snow Crash, del 1992. Il romanzo è ambientato in un mondo parallelo dove le persone possono interagire tra di loro e con lo spazio circostante attraverso avatar in 3D. All’interno di questo mondo parallelo, rappresentato come una sfera nera, ogni persona con il proprio avatar è in grado di costruire in 3D tutto, dalle case, ai parchi, dagli uffici, ai negozi. Non solo, all’interno del Metaverso ha la possibilità di vivere una vita completamente identica a quella reale.

Il Metaverso oggi

Dagli anni novanta ad oggi il termine è stato più volte ripreso, specialmente nel settore dei videogiochi come Fortnite, ma è stato Mark Zuckerberg a dare una prospettiva più reale al mondo virtuale. Il CEO di Facebook ha affermato di voler dar vita a “un internet incarnato, in cui invece di limitarsi a visualizzare contenuti, ci sei dentro”. L’idea è quella di avere accesso ad un luogo virtuale in cui però poter sperimentare tutte le occasioni che si presentano nella vita reale, come se vi fossimo fisicamente. Ad interagire per conto nostro sarà però un avatar, o nella versione più aggiornata, la nostra stessa proiezione olografica. Quello che fa in sostanza è riunire in un unico posto più tecnologie che riguardano il settore delle e-mail, videoconferenze, blockchain, videogiochi, streaming, tecnologia immersiva 3D. Nell’immaginario del suo ideatore moderno il metaverso rappresenta il “big step” della rivoluzione digitale.

Nel progetto di Zuckerberg il metaverso sarà “una visione che comprende molte aziende”. Tutti potranno abitare questo luogo, ma nessuno lo possederà. Accessibilità e interoperatività saranno le parole chiave a guida del metaverso. Tutti potranno creare, sviluppare contenuti ed essere presenti compresi musei, biblioteche, piazze, giardini, negozi.

Molte aziende hanno cominciato a investire

Per poter rendere l’esperienza ancora più immersiva Zuckerberg nel 2014 ha acquistato il produttore di device VR Oculus per 2 miliardi di dollari. Così facendo vuole cercare nel tempo di rendere il costo di questi dispositivi più economico e accessibile. Oltre a questo, le notizie dicono che Facebook stia investendo 5 miliardi all’anno per dare vita a tutte le tecnologie necessarie a questo progetto. Ma per il suo CEO i ricavi, una volta che il metaverso sarà online, non arriveranno dalla vendita dei dispositivi, ma dalla partecipazione di più persone possibili, che condivideranno la propria economia con quella del metaverso.

Notizia recente riguarda le opportunità di lavoro che Facebook ha in progetto di mettere a disposizione. Una nota ufficiale emessa domenica 17 ottobre 2021 riporta infatti che solo nell’Unione Europea verranno garantiti da Metaverso 10.000 milioni di posti di lavoro, per figure come ingegneri altamente specializzati, ma non solo. Infatti nella nota si legge l’intenzione da parte di Facebook di investire “nel potenziale del talento tecnologico europeo”.

Ad investire non è solo il colosso social più famoso al mondo. Sono molteplici i settori che vogliono farsi trovare pronti. Tra questi troviamo le compagnie telefoniche, l'industria dei videogiochi con Epic Games e il suo Fortnite in vantaggio sulla concorrenza. Ma anche il mercato delle aziende un po’ più piccole sta scoprendo le opportunità che il metaverso offre e ci sono già aziende in grado di farsi trovare pronte quando questo diventerà realtà.

Il Metaverso non minaccia il mondo reale

Se da una parte ci sono molte aziende entusiaste di far parte del progetto Metaverso, ci sono anche molte realtà che gli muovono critiche. La paura principale è quella che un giorno ci si ritrovi a vivere seduti davanti a dispositivi con le nostre riproduzioni 3D a muoversi e interagire per noi. La pandemia che abbiamo mostrato ci ha insegnato come sia semplice comunicare anche senza incontrarsi e quanti vantaggi questo porta portare. Allo stesso tempo però ci ha anche dimostrato quanto sia importante per ognuno di noi il contatto ravvicinato e la condivisione reale di spazi ed esperienze.

Il Metaverso, come tutta la tecnologia legata alla realtà virtuale 3D, non vuole sostituire la vita reale, quella che compiamo all’esterno e che comporta anche il contatto fisico. Il vero scopo della realtà immersiva è quello di sostenere la vita reale, portando sul mercato alternative che permettono di andare a coprire delle mancanze. Per esempio penso a tutte quelle realtà lavorative con pochi strumenti finanziari a disposizione. Per loro acquistare uno spazio all’interno di un Expo o di una fiera in presenza è spesso proibitivo. Ciò però è limitante perché non offre loro la possibilità di ampliare i propri confini lavorativi. Al contrario investire in uno spazio all’interno di un expo virtuale è alla portata di tutti i portafogli aziendali. Così si possono raggiungere clienti in ogni parte del mondo, incrementando le possibilità di crescita del proprio ROI.

Un evento ibrido va a costituire quindi un’opportunità per la vita vera e offre un’interazione ottimale tra vita reale e realtà virtuale. Il metaverso si inserisce in questa concezione andando a riunire in un unico luogo e implementando tutto quello che già abbiamo a disposizione e di cui abbiamo già fatto un’esperienza positiva. Questo concetto inoltre si può applicare a molti ambiti anche al di fuori del settore lavorativo.

Apertura a nuove opportunità

Voglio concludere con una frase presente nella nota di Facebook firmata Nick Clegg, vice presidente global affairs, e Javier Olivan, vice presidente central product services:

“Il Metaverso si basa sull’idea che rafforzando la sensazione di “presenza virtuale”, l’interazione online può diventare molto più vicina all’esperienza che si ha con le interazioni di persona. Il Metaverso ha il potenziale di aiutare a sbloccare l’accesso a nuove opportunità creative, sociali ed economiche.”

Ma possibile che non si capisca l’importanza di avere giovani in azienda?

Tempo di lettura: 3 minutiGIOVANI AZIENDA - Ma possibile che non si capisca l’importanza di avere giovani in azienda? Il confronto tra idee è ciò che spinge il miglioramento. La presenza di diverse figure professionali permette di avere un continuo scambio di vedute. Ma è importante però avere anche eterogeneità in termini di età così da poter contare sul idee sempre fresche e innovative rese concrete da anni di esperienza diretta sul campo. Purtroppo però questo è un concetto che non sempre viene compreso e i dati lo dimostrano.

La crisi occupazionale giovanile

All’interno di un’azienda per far sì che questa cresca e si migliori costantemente è necessario che ci sia un continuo scambio di opinioni e di idee. Il confronto costruttivo permettere di mettere sotto gli occhi di tutti le possibilità in gioco e valutare criticamente quali funzionano, quali no e quali possono essere implementate. Se nel gruppo di lavoro però si trovano solo ed esclusivamente persone molto simili tra loro, per competenze, età e genere, ad esempio, non è semplice individuare punti di vista differenti.

I dati relativi alla crisi occupazionale dimostrano come donne e giovani siano coloro che più difficilmente trovano un impiego. Il problema però non è la crisi economica seguita alla pandemia da Covid-19, poiché i dati erano allarmanti già nel 2019. Infatti Il tasso di disoccupazione per la fascia di età 15-24 anni è arrivato a 29,4%. Il numero fa ancora più paura quando ci si rende conto che è esattamente tre volte maggiore rispetto al 9,8% relativo al il tasso di disoccupazione registrato a livello nazionale per l’intera popolazione dai 15 ai 64 anni. Con questi dati l’Italia non si trova ultima nella classica dell’Unione Europea solo perchè Spagna e Grecia fanno peggio.

Giovani non assunti in azienda perché ritenuti non competenti

Ad oggi sono state introdotte politiche che incentivano l’assunzione di personale giovane all’interno delle aziende ma non funzionano. Il loro fallimento non sta negli incentivi che promettono, ma nelle differenti prospettive che si trovano ad avere giovani e mercato del lavoro.

Secondo l’opinione pubblica infatti i giovani o non hanno le competenze necessarie per trovare velocemente un impiego degno di questo nome, oppure chiedono una retribuzione non consona alla loro esperienza. Forse però sono considerazioni troppo semplicistiche. Infatti secondo i dati OCSE nel mercato lavorativo ben il 40% dei lavoratori ha competenze non riconducibili all’impiego che ricopre. Questa percentuale si divide poi equamente tra coloro che sono sovra-qualificati e coloro che sono sotto-qualificati. Ciò implica che la piaga delle competenze non riconosciute colpisce in egual modo giovani ed esperti. Quindi non è qui che sta il problema. Forse e, ripeto forse, nel mondo lavorativo non c’è la capacità molto spesso di guardare avanti e quindi non si ha nemmeno la voglia di investire in un progetto a lungo termine, capace di dare ottimi risultati, ma con il tempo.

I giovani sono un valore aggiunto dell'azienda

Tutte le considerazioni precedenti sono sacrosante, ma avere diversificazione all’interno del proprio ambiente lavorativo è vitale per la crescita. Un’azienda che riesce a far lavorare insieme giovani e non ha solo da guadagnare. Perché ha la possibilità di avere da una parte entusiasmo, voglia di fare ed idee nuove e fresche e dall’altro ha una componente più matura che, grazie alle sue esperienze sa come queste proposto possono funzionare nel migliore dei modi. Questa sinergia viene spiegata molto bene una mia carissima collega, Cristina Giotto, nell’intervento a Lugano Living Lab, in cui affronta anche il tema del divario generazionale:

“In questo momento epocale è necessario dare fiducia ai giovani, che non sanno solo pigiare un bottone, ma sanno fare veramente tanta roba. Sono ragazzi di valore che forse è vero magari si esprimono molto di più con la tecnologia ma sanno veramente fare, e fare bene. Devono avere un'opportunità per lavorare in aziende dove possano portare un valore incredibile, un know-how veramente grande. Il confronto-scontro tra generazioni può essere un valore aggiunto. Io veramente mi auguro che le aziende diano fiducia ai ragazzi e che possano veramente portare una ventata di innovazione e di competenze.”

Per sapere quali altri benefici può avere un'azienda, clicca qui.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Ma possibile che gli sport minori acquistino dignità soltanto alle Olimpiadi?

Tempo di lettura: 3 minutiSPORT MINORI OLIMPIADI - Ma possibile che gli sport minori riescono ad emergere solamente durante le Olimpiadi? In un'estate in cui, pur sull'onda dell'entusiasmo per la vittoria dell’Italia agli Europei, si fa un gran parlare degli stipendi sempre più alti dei giocatori e si levano voci sull’eventualità di inserire il concetto di salary cap e di calmierare le percentuali dei procuratori, gli italiani si ritrovano a far colazione davanti alle immagini degli atleti azzurri impegnati nei Giochi Olimpici di Tokio. Si celebrano medaglie storiche, ma di alcune delle quali non se ne riparlerà per altre quattro anni.

Dai salari con cifre da capogiro alla ricerca di più sostegni possibili 

A ogni nuova olimpiade si rinnova la medesima considerazione.. ma possibile che gli sport meno conosciuti rimangano sempre figlio di un dio minore? Se alcune discipline riescono a ottenere anche fuori dalle competizioni a cinque cerchi una buona visibilità, grazie anche alle eccellenze dei loro campioni, per altri sport sembra impossibile ottenere quel riconoscimento, quel sostegno di cui hanno assoluta necessità.

Dietro l’exploit di un atleta in una olimpiade ci sono anni di enorme impegno, sacrifici e rinunce che, nel caso di chi pratica sport meno appetibili dagli sponsor e dalla grande comunicazione diventano ancora più grandi. La famiglia e le Forze Armate che sovente li inseriscono nei propri gruppi sportivi garantendogli almeno la possibilità di allenarsi in modo adeguato, sono i principali motori di questo mondo che rimane spesso lontano dagli occhi del pubblico, se non in occasione dei grandi eventi o in caso di vittorie eccezionali.

Per rendere gli sport minori importanti anche al di fuori delle Olimpiadi basterebbe poco

Possibile che non ci sia nel nostro Paese la possibilità di dare una visibilità e un sostegno concreto a tutti gli sport in maniera costante? Pur rispettando gli interesse economici e le leggi del mercato, non si può trovare il modo di far conoscere e magari invitare alla pratica le nuove generazioni tutti gli sport che vivono silenziosi nelle palestre delle piccole città?

Io provengo dal mondo del calcio, lo sport privilegiato per eccellenza. Ho portato la mia passione anche nel mio lavoro, ideando portali virtuali che lo vedessero protagonista. Ma l’idea di allargare anche agli sport minori la possibilità di essere protagonisti anche del mondo virtuale mi affascina incredibilmente. Le possibilità di sviluppare idee e progetti in questo senso sono infinite, se fossimo in grado di trovare i giusti canali e  veicolare i giusti investimenti.

Tanto si potrebbe fare per creare una vera cultura dello sport che manca nel nostro Paese e che comunque non è paragonabile a quella dei paesi anglosassoni, Stati Uniti in Primis, che consentono ai migliori sportivi non solo di allenarsi ma di frequentare grazie allo sport le migliori Università.

Saranno anche sport minori ma alle Olimpiadi la gioia di medaglie è per tutti la stessa

Lo Sport, senza bisogno di scomodare motti latini o decoubertiniani, è sicuramente un grande maestro di vita. Ti richiede rigore e disciplina ma è anche balsamo per lo spirito. Ti mostra chi sei e cosa puoi raggiungere con l’impegno,  ti insegna a superare i tuoi limiti  e le tue paure ma anche  ad accettare le sconfitte ed esserne comunque fiero.

E se tutti abbiamo gioito davanti al tuffo di Donnarumma che ha parato l’ultimo rigore regalando il titolo europeo all’Italia, l’immagine di Maria Centracchio con il suo sorriso ferito e le mani provate dalla fatica che stringevano un bronzo più prezioso dell’oro, ci ha fatto davvero tremare il cuore. Per non parlare poi degli storici e splendidi ori ottenuti da Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi, che nel giro di dieci minuti hanno compiuto un’impresa che rimarrà per sempre negli occhi e nel cuore di tutti gli italiani.

Le Olimpiadi sono un esempio anche di sostenibilità, per saperne di più clicca qui.

Ma possibile che gli eventi in presenza inquinano così tanto?

Tempo di lettura: 2 minutiEVENTI INQUINANO - Ma possibile che gli eventi in presenza inquinano così tanto? Da anni mi occupo di eventi virtuali e sono sempre stato sensibile al tema della sostenibilità tanto da essere tra gli ideatori di Eco Futuro, la fiera virtuale dell’ecologia presentata nel corso di Eco Festival svoltosi a Padova dal 13 al 17 Luglio, 2021. Durante la presentazione a cui ho partecipato ho avuto modo di conoscere dati e statistiche relativi all'inquinamento provocato dagli eventi in presenza e sono rimasto di stucco.

Eventi virtuali per business e sostenibilità

Precursore dei tempi, da sempre dotato di un intuito futuristico, ho percepito da tempo l’importanza della realtà virtuale affiancata alla partecipazione in presenza nel mondo fieristico. Ma le motivazioni per cui ho sempre creduto ciò sono ben diverse da quello che ho appreso durante la presentazione dell’ottava edizione di EXCO e delle sue novità.

Attraverso l’esperienza di Eco Futura, infatti, ho consolidato la consapevolezza che oltre alle opportunità legate agli affari e al business, la virtualizzazione degli eventi rappresenta una vera e propria svolta ecologista, che va assolutamente implementata.

I dati dimostrano quanto gli eventi in presenza inquinano

Dati alla mano, il dispendio energetico e le emissioni inquinanti legate a un evento a larga partecipazione sono impressionanti.

I dati diventano ancora più impressionanti se si confrontano quelli relativi all’emissione di CO2 di un evento di tre giorni svoltosi completamente in presenza, con quelli di uno svoltosi online Nel primo caso, infatti, l’emissione di CO2 data dalla somma di viaggio (aereo e via terra), alloggio ed energia consumata è pari a 1.153.291 Kg a persona.  L’emissione per un evento virtuale è invece di 16.798 Kg a persona. Moltiplicate le cifre per il numero di persone che partecipa solitamente a un evento e capite quanto l’opzione in presenza con partecipazione su larga scala pesa in termini di sostenibilità.

Ma l’inquinamento dato da un evento in presenza non si ferma qui. Infatti le stime sopra citate non calcolano il consumo eccessivo di carta, di plastica per imballaggi, una raccolta differenziata non possibile visti i grandi numeri di persone presenti etc…

Questo non può lasciare indifferenti.

Gli eventi virtuali in presenza inquinano ma non per questo vanno abbandonati

Esco da queste giornate di incontri ancora più convinto che sensibilizzare il mondo degli affari verso una svolta eco sostenibile sia ormai una esigenza imprescindibile. Saremo in prima linea in questo senso, forti della nostra esperienza e di una ancor più forte consapevolezza che una nuova impostazione ecologica del lavoro e della vita quotidiana sia un obiettivo comune da raggiungere quanto prima.

Comincio dal mio lavoro. Infatti, senza voler sminuire l’importanza degli eventi reali, la possibilità di utilizzare piattaforme virtuali come quelle che siamo in grado di realizzare, trasferendo una parte degli utenti sul web, potrebbe rivelarsi una soluzione ideale per abbassare notevolmente l’impatto sull’ambiente. Questo perché in primo luogo ridurrebbe maggiormente il numero di persone che si recano all’evento in presenza. Ciò porterà alla riduzione delle emissioni e alla possibilità di poter prestare più attenzione alle scelte in termini di fornitori e forniture per gli eventi in presenza, in modo che siano più sostenibili e attente all’ambiente.

Per saperne di più sugli eventi ibridi, clicca qui

Ma possibile che non si possano abbattere i costi dei carburanti?

Tempo di lettura: 2 minutiABBATTERE COSTI CARBURANTI - Ma possibile che non si possano abbattere i costi dei carburanti? È un dilemma che mi pongo da sempre e che in questo momento storico ancora di più mi fa riflettere. È possibile che, nonostante il peso economico che le aziende sostengono per rifornirsi di carburanti, non ci siano le condizioni economiche e politiche per uniformare e rendere accessibili i costi, considerandoli un bene di assoluta necessità?

Un futuro all’insegna di carburanti sostenibili

Tutti ci auguriamo di incamminarci verso un futuro dove le energie ecosostenibili e rinnovabili diventino la normalità del nostro quotidiano.

Grandi passi sono stati fatti per raggiungere questi obiettivi. Basti pensare agli e-fuels, ovvero ai carburanti sintetici che permettono di abbattere le emissioni di CO2 del 70%. Il loro impiego è sostenibile al 100% poiché per produrli si utilizza energia rinnovabile dalla quale si cattura la CO2 in eccesso e il loro elemento base altro non è che idrogeno ricavato per scissione, tramite processi chimici green, dall'acqua.

E tutti abbiamo sott’occhio la popolarità che stanno riscuotendo i motori elettrici. Persino la casa automobilistica Ferrari ha annunciato di lanciare per il 2025 un proprio modello di auto elettrica.

Ma, nonostante le indubbie potenzialità di questi nuovi motori alimentati da energie rinnovabili, ci sono ancora diversi step da superare per considerarli una alternativa totalmente rimpiazzando il vecchio status quo.

Quindi sì, il futuro vedrà l’utilizzo di motori elettrici o alimentati con carburanti sostenibili, ma questo processo ha ancora davanti una lunga strada da percorrere.

Mentre aspettiamo questo futuro perchè intanto non abbattere i costi dei carburanti?

Mentre continuiamo a lavorare per mettere a punto tecnologie in grado di liberarci dal bisogno del petrolio e dei suoi derivati perché non pensiamo seriamente a come stabilire un prezzo fisso e accessibile che allenti il peso economico dei carburanti?

Possibile che non si riesca, nei luoghi delegati a farlo, ad impostare una politica che porti ad abbattere i costi di materie prime indispensabili alle attività lavorative di tutti , specialmente per alcune categorie come trasporti e logistica per le quali le spese per i carburanti  spesso diventano un onere  impossibile da sostenere.

Quali soluzioni ci possono essere per abbattere i costi dei carburanti? 

Gli esperti del settore sarebbero in grado di sviluppare un piano di strategie politiche ed economiche che riescano a stabilire un prezzo unico (per esempio di 1 euro a litro) per ogni tipo di combustibile. In questo modo verrebbero alleggeriti i costi delle aziende. Tali aziende, inoltre si ritroverebbero con capitali a disposizione che potrebbero essere investiti in innovazione, sviluppo e assunzioni di personale.

Se è impossibile imporre un prezzo politico per tutti, un primo passo potrebbe essere almeno pensare a tariffe agevolate per le categorie che hanno un consumo di carburante imprescindibile dalla loro attività.

Mi riferisco al settore dei trasporti, alla logistica, al mondo della rappresentanza, solo per fare alcuni esempi.

Pensiero troppo ottimistico?

È forse un eccesso di idealismo o possiamo seriamente pensare che esista la possibilità di trovare una soluzione in questo senso? Nel mio immaginario tale scelta non solo renderebbe la vita più semplice a settori specifici, ma ritengo che aiuterebbe anche l’economia italiana a ripartire con un nuovo slancio. Slancio che visti i tempi che corrono e la crisi che il nostro paese sta vivendo, sarebbe un’occasione da non lasciarsi sfuggire.

Ma possibile che il mondo non sarà più lo stesso?

Tempo di lettura: 3 minuti[vc_row][vc_column][vc_column_text]MONDO STESSO - Ma possibile che il mondo non sarà più lo stesso? Dopo più di un anno di pandemia abbiamo capito quale sarà la strada da percorrere in futuro. Quando potremo ripartire, lasciandoci alle spalle le restrizioni, la realtà non sarà più la stessa. Il mondo degli eventi, del commercio, lo stesso modo di lavorare sarà cambiato.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Le esperienze fatte ci hanno insegnato che il mondo può non essere lo stesso

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Abbiamo imparato che è possibile rimanere in contatto anche a distanza, che si può lavorare e studiare anche senza spostarsi da casa, che si può conoscere e usufruire del mercato in maniera attiva rimanendo collegati sul web.

Anche se la realtà in presenza sarà sempre il punto di partenza per ogni tipo di relazione e la socialità un bene imprescindibile per l’essere umano, la possibilità di poter gestire in parte la nostra vita ripensando il modo di spostarci e connetterci deve essere vista come una opportunità.

Perché far spostare decine di persone, con conseguente spreco di tempo e di risorse, quando alcune attività possono essere svolte anche da remoto?

Perché non rendere anche il lavoro più ecosostenibile e far si che il tempo risparmiato negli spostamenti possa essere gestito dalle persone per la propria vita privata?[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Adattarsi al cambiamento è un vantaggio

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Questo non significa ovviamente non mettere in primo piano i momenti del lavoro che necessitano e si esprimono al meglio con contatti in presenza, ma avere l’intelligenza di conservare il meglio dalle abitudini che questa emergenza ci ha costretto a prendere.

La capacità di adattarsi al cambiamento, di essere flessibili e pronti a prendere il meglio dalle crisi per aprire modalità nuove fanno parte dell’evoluzione dell’essere umano.

Una delle frasi che più ho sentito ripetere negli ultimi tempi è: “niente sarà più come prima”. Io credo fortemente in questa affermazione e ritengo che sia il pilastro per l’evoluzione del mondo.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Il mondo non è più lo stesso… è una cosa così negativa?  

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Se la storia insegna, allora dovrebbe anche averci dato testimonianza del fatto che ad ogni crisi passata sono susseguite fasi di grande progresso. Questo perché le crisi permettono di mettere in evidenza tutto quello che fino ad ora è stato fatto di buono, ma soprattutto quello che poteva essere fatto meglio. E non solo. Come la pandemia da Covid-19 ci ha insegnato, spesso nei momenti di sconvolgimento siamo costretti a mettere in atto soluzioni tampone che spesso si rivelano essere vincenti, non solo nel trattare la crisi, ma anche per ripensare il futuro.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Riprendere da dove avevamo lasciato ma portando con noi le nuove conoscenze

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Ognuno di noi ha voglia di tornare a rivivere liberamente la propria vita; cenare al ristorante con gli amici, muoversi e viaggiare senza limiti o protocolli da seguire, incontrarsi dove e come si vuole. Ci auguriamo che questo possa accadere al più presto.

Ma non priviamoci delle esperienze e delle scoperte delle abbiamo fatto, delle conoscenze che abbiamo migliorato, della tecnologia che ci ha supportato.

Il mondo degli eventi online, il settore degli acquisti, l’organizzazione del personale nelle aziende, il contatto con il mercato internazionale, il rapporto con i clienti esteri… tutti questi settori hanno subito radicali cambiamenti, imposti da situazioni contingenti.[/vc_column_text][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][dfd_heading subtitle="" delimiter_settings="delimiter_style:solid|delimiter_width:80|delimiter_height:1" undefined="" title_font_options="tag:h2" subtitle_font_options="tag:div"]

Facciamo tesoro delle esperienze fatte

[/dfd_heading][dfd_spacer screen_wide_spacer_size="50" screen_normal_resolution="1024" screen_tablet_resolution="800" screen_mobile_resolution="480"][vc_column_text]Quello che voglio dire non significa che tutto quello che è passato non deve più tornare, ma è importante che nasca un connubio tra ciò che era e ciò che è. Per migliorare ciò che sarà. Quello che è accaduto può rendere il futuro più luminoso, se impariamo a unire esperienza reale e esperienza virtuale in un nuovo modo di pensare sinergico e produttivo. Di idee, lavoro e benessere.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]